
Com’è nato Pan Pan
Il PAN PAN é nato una sera di maggio dalle chiacchiere tra i fratelli Gotadoro e alcuni loro amici, fatte a fine serata intorno ad uno dei tavoli del “C’era una volta”, il ristorante di cui Angelo è chef e Luciano maître dal 2003.
Ad un certo punto della conversazione, qualcuno tirò fuori la parola “panino” e da lì ognuno di noi disse la sua, ricordando il migliore o il peggiore della propria vita: quello mangiato in spiaggia dopo il bagno, quello dell’intervallo, quello di quando esci dal locale e non vuoi ancora tornare a casa; quello che si mangia allo stadio, quello che ti risolve un pranzo, quello che fa pic-nic o festa; quello di nonna, quello tuo quando i tuoi non c’erano e quello che ti mangi insieme agli amici davanti ad un film. Quello che mangi perché non vuoi sporcare pentole né piatti, al massimo un coltello.
Ad un certo punto intervenne Angelo e cominciò ad elencare tutto le idee che lui, uomo di cucina da 30 anni, avrebbe messo in un panino: non solo salumi e formaggi, ma anche piatti di terra e di mare, di grasso e di magro, feriali e festivi.
Un panino perfetto per ogni occasione, un panino preparato da uno Chef.
Il nostro Chef
ANGELO GOTADORO
Angelo Gotadoro é colui che pensa a come farcire i nostri panini.
É entrato in cucina giovanissimo e, pian piano, ha costruito la sua esperienza, la sua filosofia e i suoi piatti.
Da 30 anni bazzica tra i fornelli, da 17 é lo Chef del ristorante “C’era una volta” e da un anno é colui che pensa, crea o declina ricette che possano essere il giusto companatico per i nostri Pan Pan.
Basta guardarlo per capire quanto ami il cibo: seleziona e trasforma gli ingredienti con cura e delicatezza, anche se ha delle mani grosse come quelle di un gigante buono.
Non si limita a scegliere i salumi e formaggi migliori e più particolari d’Italia, anzi: si arma di pentole e padelle per cucinare pietanze che ben si prestano alla farcitura: timballi verdura, brasati, pesci, ortaggi, salse, spume, profumi e abbondanti manciate di allegria.
Angelo pensa ai panini come uno Chef ma li riempie con la stessa generosità di una nonna che ti vede sempre un po’ sciupato, in modo che ti tolgano la fame e anche qualche preoccupazione, se serve.
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